Venerdì 18 gennaio 2013 a Milano si terrà la proiezione del docufilm "Freedom for Birth" - da non perdere. 
Si tratta di un documentario che parla di nascita, di donne e del potere di scegliere come e dove far nascere i propri bambini, potere di scelta spesso negato.

Il film parte dal racconto di Agnes Gereb, ostetrica Ungherese imprigionata dalle autorità del suo Paese perché sosteneva e assisteva le donne che sceglievano di partorire a casa propria. Una delle madri che ha partorito in casa supportata da Ms Gereb ha chiamato in causa l'Ungheria presso la corte Europea per i Diritti Umani ed ha vinto un caso che ha avuto notevole influenza sulle le nascite in tutto il mondo.

Gravidanza, parto, contraccezione femminile, aborto... le donne sono davvero libere di scegliere in questo Paese "democratico"?  
Nella mia esperienza di "birth activist", di presidente di un'associazione che si occupa di questi temi (www.partonaturale.org), di depositaria si di decine di racconti e testimonianze rispondo che non è così: troppo spesso non sono libere di scegliere.

Le informazioni corrette faticano a circolare, il personale sanitario spesso non è preparato (sì, sì, sto proprio dicendo che molti ginecologhi e molte ostetriche non sanno le cose che riguardano il loro mestiere, ...non tutti eh). Ma anche le persone, "le pazienti", hanno la tendenza a non pensare più a se stesse come ai principali responsabili delle scelte o non scelte che fanno sulla loro salute.

Cose che si vorrebbe non accadessero: una mamma partorisce in casa, poi va in ospedale per suturare una lacerazione molto profonda per la quale perde molto sangue. Siamo in Campania, la patria dei cesarei e di una sanità che ha poco da insegnare, specie in ostetricia.
In ospedale, quando viene fuori che ha scelto un Lotus Birth (il cordone non è stato reciso) per la sua bambina,  arrivano i carabinieri, si allertano i giudici, questa coppia di genitori viene trattata come gente ignorante e probabilmente indigente, i pregiudizi acuiti dalla nazionalità extraeuropea del padre. Ne nasce un trattamento vergognoso e inaccettabile. Ma questa è una mamma che sa ciò che ha scelto, che continua a rimanere lucida nonostante tutto, nonostante un momento di nascita così protetto e curato, sia stato trasformato in un incubo dopo il parto e neanche la famiglia sia capace di starle affianco...

Ricordiamo che il lotus birth è una pratica ormai consueta in alcuni ospedali pubblici Italiani, che è assolutamente lecita ed un diritto che può essere fatto valere legalmente, che non esiste letteratura scientifica contraria a questa pratica, anzi, le evidenze scientifiche note fanno pensare che dei benefici siano possibili.

Ma ecco il racconto, lasciato come è stato scritto, a volte concitato...

Oggi possiamo farvi leggere qualche pagina del coinvolgente romanzo "Volevo fare la Fulgeri" di Marzia Bisognin, il racconto della nascita della prima figlia di Marzia, l'autrice 54enne oggi nonna, è molto coinvolgente... sono le pagine di un libro autobiografico che si snoda tra la fine degli anni settanta ad oggi, racconta storie di donne, storie di partorienti e di un'ostetrica condotta, la Fulgeri, che possedeva l'arte della professione e che dovrebbe essere di ispirazione, oggi, a chi si occupa di nascita.

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Mi sveglio col batticuore. È notte.

Ho spesso contrazioni in questo periodo, ma questa è diversa, più profonda, come se qualcosa cominciasse davvero ad aprirsi. Sono emozionata, spero che tutto vada per le lunghe, devo abituarmi all’idea, ho paura e non voglio perdermi nulla. È come quando si sceglie se viaggiare in treno o in aereo. Il treno permette di arrivare con la mente e il cuore insieme al corpo, l’aereo accelera i tempi, è molto emozionante ma si arriva sfasati. All'epoca del calesse si sarebbe detta la stessa cosa del treno, ma i tempi sono cambiati.  Ora voglio viaggiare in treno e guardare fuori dal finestrino.

La dott.ssa Anita Regalia, ginecologa, per 10 anni responsabile di uno dei più prestigiosi reparti nascita del nord Italia, professore universitario e co-fondatrice dell'Associazione Iris, analizza alcuni dei più frequenti luoghi comuni sul parto raccontandoci quanto siano spesso più frutto di credenze infondate che di evidenze scientifiche.

Questo è il racconto di Federica, che dopo 3 cesarei e un'esperienza di parto naturale in casa in Italia, piena di colpi di scena, si trasferisce in Nuova Zelanda, lì nasce il suo Giovanni, in casa "in tranquillità"...

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Ti guardo dormire, appoggiato al petto del papà. Hai un’aria così serena e siete così belli insieme. Eppure quanto è stato difficile lasciarti andare... E allora ti voglio raccontare come sei nato..

La scorsa settimana abbiamo pubblicato un bellissimo racconto di parto in casa scritto dalla parte del papà. Oggi vi vogliamo far leggere l'altra parte della stessa storia, come ha vissuto la gravidanza e il parto la mamma di Irene.

Un papà racconta il parto in casa di sua figlia, l'impazienza, l'emozione, le lacrime. Un momento che rimarrà scolpito nei ricordi e un'immagine, quella di sua figlia che nasce, che non sarà mai descrivibile con le parole.
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Quando scoprimmo che sarebbe arrivato un bambino, io e Barbara fummo subito molto felici, ma quando Barbara mi disse che avrebbe voluto partorire in casa la mia prima reazione non fu molto positiva.

Godetevi questo splendido racconto di nascita settembrina appena arrivato, a cura dell'ostetrica Rosanna, che lo ha assistito.

Alle 10 del mattino del 7 settembre Celine mi chiama e mi reco da lei...abitano in una casa che hanno costruito da soli in legno che si estende intorno ad una quercia di 140 anni...nel toccare questo vecchio enorme tronco si arriva a sentire le vibrazioni della vita, delle generazioni che passano....ha delle contrazioni deboli e allora decidiamo di andare insieme a raccogliere le carote e le cipolle....un sole settembrino carezzava questa natura imponente!

Dopo decenni di declino, un nuovo studio conferma l'aumento del 20% delle nascite in casa tra il 2004 e il 2008 negli Stati Uniti.

Lo studio, pubblicato online sulla rivista Birth: Issues in Perinatal Care, ha dimostrato che un secolo fa quasi tutte le nascite USA si svolgevano a casa. Dal 1969 si assiste ad un progressivo declino, che ha portato le nascite a casa ad essere meno dell'1%, ma a quanto pare il trend ha invertito segno a partire dall'anno 2005.