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Quando il parto diventa un incubo

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Il racconto di un parto davvero poco rispettato.

Quando parliamo di violenza ostetrica spesso la reazione di chi ci ascolta è quella di incredulità, sembra infatti impossibile che oggi nel nostro Paese un momento di grande importanza come quello del parto sia ancora trattato con così tanta superficialità. Eppure la violenza ostetrica è talmente frequente da essere diventata "accettabile" quando non addirittura "normale". E' normale che una donna sia trattata malamente e subisca ogni tipo di violenza durante il parto in nome di una presunta "sicurezza".

Pubblichiamo la testimonianza di una donna che, per il suo secondo parto, ha scelto un grande ospedale perché voleva che le fossero garantiti standard di sicurezza elevati. Purtroppo però è incappata in operatori dalla scarsa professionalità che, oltre ad effettuare interventi invasivi senza chiederle il consenso, la trattano malamente arrivando quasi a insultarla.

Leggete il racconto di Maria (così la chiameremo perché ci ha chiesto l'anonimato), alla fine trovate i nostri commenti.


Il mio secondo parto da incubo in reparto maternità con 1000+ parti all'anno e l'UTIN

Era il 23 ottobre 2015, ero a 39+5 e dovevo fare l'ennesimo tracciato. Le altre volte salivo le scale fino al 5* piano, ma quella mattina mi sentivo un pò stanca. Tracciato quasi piatto....poco prima di finire sento una fitta ai reni e vedo la linea di tracciato alzarsi.

Mi tengono monitorata per mezz'ora, poi mi mandano a fare una visita. La dottoressa mi dice che sono dilatata di 2 cm e poi mi scolla le membrane a tradimento....sapendo che è una manovra di induzione che si fa oltre il termine rimango basita, ma per educazione non dico nulla.....sull'ecografia mio figlio sta bene e sembra tutto procedere per il meglio anche se non viene fatta nessuna stima di peso e circonferenza cranica (la cosa che temevo di più).

"Signora, torni tra 2-3 ore, così ci regoliamo per il ricovero". Torno con delle perdite rosse e le contrazioni sono già abbastanza regolari a circa 5 minuti. Ricovero alle 13, analisi urgenti, divieto di mangiare (quello è una scusa per non pulire l'eventuale vomito). Cambio turno alle 14.

Da allora comincia il mio incubo.

 

Inizia il travaglio

Le contrazioni diventano flebili e ho la sensazione che mio figlio si sia girato un pò...il tracciato quasi piatto - "doloretti", ci vorrà ancora molto, dicono.

Io insisto tante volte ad essere visitata dal medico perché sentivo che c'era qualcosa che non andava, ma l'ostetrica, una delle più anziane nel reparto, non mi credeva, anzi mi rispose che mi stavo inventando tutto per attirare l'attenzione! Io non avevo l'intenzione ad arrendermi così ho insistito e ho sentito rimproverarmi: "se già adesso ti lamenti così tanto, come farai a partorire?" Io ho risposto: "veramente ho già partorito, ma un dolore fisso e sempre più intenso al bacino non me lo ricordo, anzi, mi sembra che si apra in due"...lei mi risponde "ma tu sei pazza, torna subito nella stanza".

Ore 22, cambio turno. Un'altra ostetrica acida e con lo sguardo tipo "non rompere le p...." Io ormai riuscivo solo più a stare in piedi, tanto che i piedi si erano gonfiati come le zampe di elefante, ogni tentativo di farli riposare, sedersi o sdraiarsi un'attimo, erano vani. Lo stesso per il tracciato, mi giravo di continuo perché le ossa del bacino e la schiena si stavano letteralmente spezzando!

Ho la soglia di dolore alta e non ho mai vomitato per i dolori....questa volta non ho resistito, erano le 2.30 e io ormai mi sentivo sfinita, non parlavo più, ero come una bambola....l'ultimo tracciato verso le 4.30 e vedo l'ostetrica attaccare una flebo ed andarsene (era arrivata una signora in travaglio). Come poi ho capito era l'ossitocina per indurmi le contrazioni.....a metà me la stacca e la butta nella spazzatura (furba, così non si capiva che le contrazioni erano artificiali, infatti la flebo non è segnata nel diario della cartella) e mi dice di prepararmi per la sala parto che ormai sto a 6 cm e tra poco cambia il turno e mi faranno partorire.

Riesco ad avvisare mio marito che a mezzanotte era stato cacciato via e mi preparo ad andare a piedi in sala parto (non sapevo nemmeno in quale entrare). Dico all'ostetrica che non riesco a mettermi sulla sedia per il forte mal di schiena e lei mi guarda come un'aliena. Praticamente mi forzo a sopportare il mal di schiena che è talmente forte che non sento le contrazioni, nemmeno una!

Ad un certo punto mi infila il dito nella vagina e mi rompe la sacca con il dito. Sento un forte premito e comincio a spingere. Arriva mio marito, poco dopo la dottoressa, la stessa della mattina prima, ma scorbutica e acida che comincio ad avere paura. Comincia ad offendermi che non mi impegno abbastanza, che non so spingere, ma il bimbo non scende....un'altra ostetrica che girava tra 2 sale parto mi chiese: "signora, ma il bambino è grosso?" ALLUCINANTE!

 

Finalmente si arriva alla fase espulsiva

Dopo tante ma tante spinte si comincia a vedere la testa, l'ostetrica dice alla dottoressa "vedo le fontanelle al contrario" e lei risponde "ma che cosa stai dicendo?!", a me "signora non spinga dobbiamo fare un'ecografia". Come temevo il bimbo si è girato a faccia in su e non è la posizione ottimale per nascere. La dottoressa per non perdere la faccia mi minaccia di usare la ventosa "se non spingo 'bene' ". Anzi tiene già la coppetta in mano. Mi dice anche "complimenti! hai mandato tuo figlio in sofferenza! se avrà qualche problema sarà solo colpa tua"!

L'ostetrica dice che non c'è bisogno della ventosa, che ce la farò da sola. La guardo male perché so che sta per farmi l'episiotomia e lei mi risponde "è necessaria". La dottoressa spinge con il gomito sulla mia costola (non sento dolore in quel momento forse per l'eccessiva sofferenza, ma per le successive 2 settimane ho un ematoma grande come una prugna e fa un male cane) e mio figlio nasce. Il mio pensiero è "ma quanto pesa?!" perché sono rimasta impressionata quando l'ho visto per un'attimo quando l'hanno tirato fuori....per il resto avevano tanta fretta di portarlo via che non me l'hanno fatto vedere nemmeno come era in faccia (giusto per creare il legame tra madre e figlio)!

 

Il post-parto

Comincia la sutura della ferita....strato per strato sono passati circa 45 minuti (la durata media di un TC) e nemmeno un pò di anestesia, tutti i punti a carne viva! Mi sono anche lacerata tantissimo perché hanno cucito anche l'ano, non vi dico ma stavo collassando. Il mio EX ginecologo è venuto in sala parto pochi minuti prima della nascita di mio figlio e si è liquidato subito con la scusa del cesareo!| Poi è venuto nella stanza e mi ha detto soltanto "può succedere che il bambino si giri" e se né andato!

Per il resto della degenza tutte le infermiere erano molto gentili... e per forza, all'uscita mi chiedevano l'offerta!!! Tutto il personale mi guardava come un'aliena, sapevano tutti cosa mi era capitato.

Già leggendo le dimissioni mi sono venuti dei dubbi sui dati della cartella così poco dopo chiesi una copia. Hanno dichiarato tutt'altro di quello che era successo!!! Mio figlio secondo la cartella aveva la cc di 34 cm, dopo 10 giorni al controllo dalla pediatra 38 cm. I trattamenti invasivi non sono stati segnati. E poi hanno il coraggio di dire che è il reparto "maternità al naturale" mentre il bambino te lo portano dopo 2 ore e ti dicono "attaccalo al seno" e se ne vanno, tanto non gli interessa se una riesce o meno.

Il post parto un disastro, i problemi con l'allattamento, odiavo me stessa e mio figlio e mi sentivo una nullità. Sentivo il mio corpo violentato e cambiato in modo permanente. Il mio EX ginecologo per mesi mi ha detto che dopo un parto difficoltoso come il mio era "normale" sentire la vagina di fuori....l'ha chiamato "prolassetto". A marzo 2017 sono andata al consultorio perché ne avevo fino alle orecchie dei dottori a pagamento e la dottoressa mi ha detto la verità: prolasso vaginale e della vescica. Soffro di incontinenza, non mantengo i bisogni e mi sento una vecchia. Per colpa delle stronze che ho incontrato sono diventata un relitto a 33 anni. E, come sempre, per i medici il mio prolasso non è abbastanza grave per operare, ma grave per la deambulazione e se voglio migliorare dovrei spendere ca. 400-500€ al mese tra gli esercizi, l'elettrostimolazione e bio-feedback che sono a pagamento...perché rovinare la salute delle persone è gratis, ma se ti devi aggiustare devi pagare di tasca tua!!! 

E in quanto ai reparti di maternità ad alto numero di parti - non è sufficiente per valutare positivamente le prestazioni, purtroppo spesso in casi come il mio la bravura e la disponibilità vanno a farsi benedire e rimane solo e solo la PURA FORTUNA (io inel destino non ci credo).

 


Il racconto che abbiamo pubblicato è solo uno dei tanti racconti simili che abbiamo letto e ascoltato in questi anni di supporto alle donne. La caratteristica comune di tutte queste storie è che le donne vengono maltrattate in un momento in cui non riescono a difendersi perché sono concentrate a dare alla luce il loro bambino.

Gli operatori sono spesso offensivi ("mi rispose che mi stavo inventando tutto per attirare l'attenzione!", "se già adesso ti lamenti così tanto, come farai a partorire?", "ma tu sei pazza, torna subito nella stanza") e le donne che sono abituate a rispettare, e forse un po' temere, il personale medico, non riescono a reagire ("per educazione non dico nulla").

Gli interventi, necessari o meno, non vengono comunicati nè viene chiesto un consenso alla donna ("Come poi ho capito era l'ossitocina per indurmi le contrazioni", "mi infila il dito nella vagina e mi rompe la sacca con il dito") e non viene data la possibilità ad una persona di fiducia di rimanere con la donna, una cosa che da sola potrebbe cambiare completamente l'esito del parto poiché è ormai dimostrato da numerose ricerche che la presenza del compagno o di un'altra persona di fiducia reca enormi benefici alla donna in travaglio.

E infine dopo tanta sofferenza, anche il primo contatto con il bambino è negato ("avevano tanta fretta di portarlo via che non me l'hanno fatto vedere nemmeno come era in faccia ") e il tanto sbamdierato supporto per l'allattamento si riduce a poche frasi buttate lì più per dovere che per reale interesse  ("il bambino te lo portano dopo 2 ore e ti dicono "attaccalo al seno" e se ne vanno").

Non bisogna poi stupirsi se sono così tante le donne che oggi soffrono di depressione post-parto o che addirittura accusano i sintomi di un disturbo post traumatico dopo il parto. Maria è stata di fatto violentata in uno dei momenti più importanti della sua vita e ne porterà le conseguenze sul suo fisico per sempre ("odiavo me stessa e mio figlio e mi sentivo una nullità. Sentivo il mio corpo violentato e cambiato in modo permanente").

Per fortuna le cose non vanno sempre in questo modo, ci sono operatori che lavorano con grande professionalità e ospedali che accolgono le donne con empatia e un'assistenza personalizzata, purtroppo però la chiusa del racconto è molto veritiera, spesso è una questione di fortuna capitare con il giusto medico o la giusta ostetrica.

Per questo è importante informarsi prima non solo nell'ospedale in cui si vuole partorire ma anche chiedendo alle donne che hanno già partorito in quella struttura. Ed eventualmente valutare l'opportunità di un parto in casa o di un accompagnamento dell'ostetrica in ospedale.

Noi continueremo a parlare d violenza ostetrica e a portare questo tema anche nelle istituzioni perché ci possa essere un reale cambiamento di assistenza al parto. Voi continuate a mandarci le vostre testimonianze, anche anonime se preferite, a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

 

 di Barbara Lamhita Motolese

 

Immagine: birth... on shutterstock.com

Barbara Lamhita Motolese

Amo l'innovazione in tutti i campi, e come mamma mi sono scoperta innovativa facendo scelte del passato!
Vivere la mia genitorialità ricercando la coerenza con il mio sentire e con il mio pensiero, mi ha portato a esperienze poco comuni e molto felici: il parto in casa, il co-sleeping, il babywearing, e l'homeschooling... per citarne alcune.
Sono un'appassionata custode della nascita e della genitorialità consapevole.
Ho dato vita a Lallafly.com e al suo blog GenitoriChannel.it per coniugare la mia passione dei temi genitoriali con quella per il web.

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