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Aumentano i parti in casa negli USA

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Dopo decenni di declino, un nuovo studio conferma l'aumento del 20% delle nascite in casa tra il 2004 e il 2008 negli Stati Uniti.

Lo studio, pubblicato online sulla rivista Birth: Issues in Perinatal Care, ha dimostrato che un secolo fa quasi tutte le nascite USA si svolgevano a casa. Dal 1969 si assiste ad un progressivo declino, che ha portato le nascite a casa ad essere meno dell'1%, ma a quanto pare il trend ha invertito segno a partire dall'anno 2005.

Negli Stati Uniti nascono c.a 4,2 milioni di bambini ogni anno. Sino al 2004, la percentuale di nati in casa era dello 0,56%. Ma da allora a quanto pare siamo saliti ad una media di 28.000 nascite in casa (0,67%), un incremento di c.a 5.000 nascite rispetto agli anni precedenti.

 

Ecco, secondo i ricercatori dello studio, le ragioni di questa inversione di tendenza.

MacDorman, del Centers for Disease Control and Prevention, ritiene che l'aumento si riferisca a diversi fattori: la ricerca di un ambiente familiare per evitare la medicalizzazione estrema degli ospedali, il desiderio di essere circondate da persone di famiglia e infine ragioni di ordine culturale o religioso.

Declercq, professore di scienze della salute di comunità presso la Boston University, afferma che le donne desiderano il parto in casa perché hanno un desiderio di maggiore controllo sul loro travaglio e parto, in particolare vogliono evitare il fenomeno degli 'interventi a cascata', cioè il fatto che in ospedale un intervento conduce ad un altro che porta ad un altro che porta ad un altro, medicalizzando la nascita.

Lo studio mostra che l'incremento ha interessato in gran parte donne bianche - 94% di aumento delle nascite a casa 2004-2008 era dovuto a loro.

 

L'incremento è avvenuto nonostante la disapprovazione manifesta da parte dei medici americani.
L'American College of Obstetricians and Gynecologists (The College) ha rilasciato una dichiarazione nel 2007 che sosteneva con forza la nascita ospedaliera e metteva in guardia contro le nascite a casa, citando preoccupazioni per la salute e la sicurezza della madre e del bambino.

Anche quest'anno vi sono state dichiarazioni volte a scoraggiare questa pratica, come quella di Richard N. Waldmen, presidente del collegio, che afferma che gli ospedali e i  centri di parto sono i posti più sicuri per il travaglio e il parto.

Ribatte Sarah Simmons, un'ostetrica da New Life Midwifery di Chicago, che sostiene che le donne valutano il rischio del parto in casa rispetto all'ospedale, tuttavia, i vantaggi del parto in casa superano i rischi.

"C'è stata una maggiore attenzione dei media evidenziando che si tratta di una scelta sicura e disponibile, a partire dal documentario, The Business of Being Born", ha detto la Simmons. "Sempre più donne si stanno rendendo conto che avere un bambino in ospedale può essere rischioso, ora che il nostro tasso di cesarei è di circa 1 su 3."

La Simmons sostiene che i vantaggi del parto in casa sono: un minor numero di complicanze e interventi inutili, tassi più bassi di cesareo, tassi di infezione più bassi, i tassi di allattamento al seno più alti, più facile la gestione delle gelosie tra fratelli, elevato senso di autonomia, di controllo e di soddisfazione per l'esperienza e bassi tassi di depressione post-partum per le mamme.

Gli autori dello studio, credono che questo aumento di nascite a casa sarà di interesse per operatori e  politici.

 

Fonte: www.nwitimes.com

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