Giochi da femmine e giochi da maschi

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Esistono i giochi da femmine? Secondo i cataloghi sì.

Ho appena chiesto a mio figlio di 10 anni se secondo lui esiste una differenza tra i giochi da femmine e i giochi da maschio e lui mi ha risposto subito, e con grande convinzione, che sicuramente le bambole sono per le femmine e le macchine sono per i maschi!

Stavo per cadere giù dalla sedia dallo sconforto quando mi ha dato un barlume di speranza aggiungendo che però ai giochi da tavolo ci giocano tutti e che spesso la sua compagna di scuola lo batte a scacchi.

Purtroppo, anche se cerchiamo di educare i nostri figli alla parità di genere, gli stereotipi legati a ciò che possono fare o non fare bambini e bambine sono radicati molto in profondità in tutta la società e forse anche in noi stesse.

Siamo invasi da scaffali di giochi da femmine, rigorosamente in rosa, che propongono ancora bambole, cucine, braccialetti e ferri da stiro e scaffali separati di giochi da maschio con costruzioni, trattori e pistole finte.

 

I cataloghi di giocattoli

giochi da femmine e giochi da maschioL’anno scorso uno studio realizzato da Coface, network di associazioni europee che rappresenta gli interessi di tutte le famiglie in Europa, ha raccolto e analizzato i cataloghi di giocattoli di 9 diversi paesi.

I risultati purtroppo sono ciò che possiamo immaginarci guardando nelle corsie dei giocattoli al supermercato:

  •  il 37% dei cataloghi aveva sezioni diverse per femmine e maschi, e anche negli altri cataloghi la divisione, seppure non esplicita, era resa chiara dai colori delle pagine;
  • le immagini dei bambini maschi erano nettamente superiori alle femmine, in particolare nelle categorie videogames, costruzioni, macchine e guerra;
  • le uniche sezioni in cui le bambine erano più di due terzi erano: attività di cura e bambole (87%) e prodotti di bellezza (94,5%);
  • nella sezione dei costumi e maschere maschili c’erano supereroi, professioni e personaggi dei film, mentre le femmine si devono accontentare di essere principesse o al massimo qualche minoritario personaggio dei cartoni animati;
  • su uno dei cataloghi addirittura si vede una bambina fissata letteralmente al muro con del nastro adesivo mentre il fratello contento gioca con la sua pista per le macchinine.

 

Come giocano i maschi e come giocano le femmine

Dobbiamo però anche supporre che, al di là del fattore culturale, ci sia anche un fattore biologico che guida maschi e femmine a comportarsi in modo differente poiché vi sarà di sicuro capitato di osservare un gruppo di bambini e notare che maschi e femmine amano giocare a giochi diversi e anche se giocano allo stesso gioco lo fanno in modo differente.

In linea generale i maschi amano i giochi di movimento sfrenato, hanno solitamente bisogno di utilizzare il proprio fisico correndo, saltando e anche azzuffandosi. Amano gli spazi aperti che gli permettono di essere più liberi e di esercitare la loro manualità costruendo capanne, spostando pietre e utilizzando bastoni come fossero fucili (un grande mistero è capire quando e come imparino a far finta di sparare già da piccolissimi!).

Le femmine cercano solitamente un angolo tranquillo in cui poter inventare e immaginare un nuovo gioco, amano chiacchierare e i loro discorsi denotano sempre pensieri complessi, che si parli di trovarsi in un bosco pieni di gnomi o del compito a casa che ha dato l’insegnante.

Questo non significa che non ci siano momenti in cui le femmine abbiano voglia di correre a perdfiato o che non esistono gruppi di bambini che discorrono dei massimi sistemi. E’ solo una osservazione, generica, del gioco dei bambini e non ci sarebbe nulla di male nel farla, purtroppo però dobbiamo ancora lottare perché ci sia reale parità di possibiilità tra maschi e femmine.

Per i bambini il gioco è una cosa seria, attraverso il gioco imparano, immaginano, creano, costruiscono la loro identità e comprendono la società esterna. Per questo è molto importante parlare di come i giochi vengono proposti ai nostri figli.

 

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La parte femminile e la parte maschile che esitono dentro ognuno di noi

Dentro ognuno di noi esistono due parti differenti, la parte maschile e la parte femminile. Sono due parti ugualmente belle e piene di qualità che si integrano e si moderano a vicenda.

Sia che nasciamo maschi sia che nasciamo femmine abbiamo entrambe le parti, solitamente i maschi hanno una parte maschile più sviluppata e viceversa le femmine hanno la loro parte femminile più sviluppata e se il mondo fosse un luogo migliore potremmo apprezzare la diversità e l’unicità con cui ciascuno combina al suo interno queste due qualità.

La parte maschile è quella che ci dà la direzione, la forza, il coraggio e la ribellione alle ingiustizie, è quella che ci àncora alla materialità, alla sopravvivenza e quindi nella nostra società, ai soldi e al lavoro. E’ la parte che ci aiuta a emergere dal mucchio e a percorrere il nostro cammino individuale nel mondo.

La parte femminile è invece quella che ci dà accesso alla nostra vita interiore, alle emozioni, all’intuizione, alla sensibilità e all’empatia.
E’ quella che ci aiuta a osservare e comprendere, a utilizzare la creatività per risolvere i problemi e a mantenere nel tempo la nostra direzione.

Essere consapevoli e comprendere come queste parti agiscono dentro di noi e dentro i nostri figli è una ottima opportunità di accedere a tutte le nostre risorse e a scegliere quali utilizzare nelle varie situazioni della vita.

 

Gli stereotipi di genere

Purtroppo centinaia di anni di società fondate sulla violenza di genere ci hanno fatto credere che la parte maschile è quella che serve davvero e che se siamo donne ne siamo completamente prive.

Produciamo bambole per le bambine così che si preparino da adulte a fare le mamme e macchinine per i bambini così che si preparino a fare i lavoratori.

Come risultato abbiamo una società in cui gli uomini pensano ancora che piangere sia segno di debolezza e in cui le donne per fare carriera devono diventare dei mastini aggressivi. Usiamo espressioni come “è una donna con le palle” o “piangeva come una femminuccia” e anche se nel 2019 ci sentiamo molto progrediti paghiamo ancora le donne in media il 30% in meno degli uomini.

In questo gioco delle parti anche i maschi perdono una parte importante del loro essere che li aiuterebbe a moderare i loro eccessi e a rivolgersi anche al loro interno per trovare le soluzioni di cui hanno bisogno.

 

Quindi devo evitare di comprare i giochi da femmine a mia figlia?

I giochi vanno scelti soprattutto per il loro valore educativo e ludico, se a nostra figlia piace la cucina e gioca volentieri con le bambole, non gliela negheremo. Magari le faremo trovare ogni tanto anche qualche macchinina e un bel tavolo da lavoro con martello e chiodi...a tutti serve prima o poi imparare a mettere un chiodo o, se non altro, sfogare qualche frustrazione martellando!

Allo stesso modo, non dimentichiamoci di regalare a nostro figlio una bella bambola. Forse avrà un figlio, un cane o un amico di cui prendersi cura nel futuro e giocare con la sua bambola potrebbe aiutarlo a sviluppare le qualità di cura.

La cosa importante è nutrire un immaginario in cui maschi e femmine possono essere supereroi e supereroine, piloti e pilote di formula uno (sì si dice davvero pilote!), dottori e dottoresse, professori e professoresse , e anche mamme e papà (sì entrambi possono cambiare i pannolini ma è solo la mamma ad allattare quindi basta con questi biberon!).

Non indirizziamo i bambini verso professioni e ruoli stereotipati: lasciamoli immaginare e impersonare chiunque vogliano essere. E questo vale anche per i maschi che vogliono giocare con le scarpe con il tacco della mamma!

 

 

di Barbara Lamhita Motolese 

 

Immagine principale: little child girl on Shuttesrtock.com

Barbara Lamhita Motolese

Amo l'innovazione in tutti i campi, e come mamma mi sono scoperta innovativa facendo scelte del passato!
Vivere la mia genitorialità ricercando la coerenza con il mio sentire e con il mio pensiero, mi ha portato a esperienze poco comuni e molto felici: il parto in casa, il co-sleeping, il babywearing, e l'homeschooling... per citarne alcune.
Sono un'appassionata custode della nascita e della genitorialità consapevole.
Ho dato vita a Lallafly.com e al suo blog GenitoriChannel.it per coniugare la mia passione dei temi genitoriali con quella per il web.

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