Compiti delle vacanze: io a mio figlio non li faccio fare

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Testimonianze di genitori che hanno aderito alla campagna Basta Compiti!

Abbiamo pubblicato qualche settimana fa un articolo sulla campagna "Basta Compiti!" che ha suscitato molto interesse.
La campagna, come suggerisce molto chiaramente il titolo, esorta insegnanti e genitori a rifiutare la pratica di dare compiti a casa ai bambini perchè considerata inutile e dannosa.

Molte famiglie aspettano le vacanze come momento speciale da passare in famiglia, per stare insieme, giocare, divertirsi, parlare, ascoltarsi, sentirsi. I bambini però non possono solo rilassarsi e divertirsi, hanno da fare i compiti delle vacanze, e i genitori, soprattutto nei primi anni della scuola primaria, devono seguirli per aiutarli ed assicurarsi che tutto sia fatto.

Ecco il manifesto della campagna in cui sono elencate ben chiare tutte le motivazioni e due testimonianze di genitori che hanno aderito alla campagna.

Il Manifesto della campagna Basta Compiti!

I compiti a casa sono:

  • inutili: le nozioni ingurgitate attraverso lo studio domestico per essere rigettate a comando (interrogazioni, verifiche...) hanno durata brevissima – dopo un paio di mesi non si ricorda nulla;
  • dannosi: procurano disagi, sofferenze soprattutto agli studenti già in difficoltà, suscitando odio per la scuola e repulsione per la cultura, oltre alla certezza, per molti studenti “diversamente dotati”, della propria «naturale» inabilità allo studio;
  • discriminanti: avvantaggiano gli studenti avvantaggiati, quelli che hanno genitori premurosi e istruiti, e penalizzano chi vive in ambienti deprivati, aggravando, anziché “compensare”, l'ingiustizia già sofferta;
  • prevaricanti: ledono il “diritto al riposo e allo svago” (sancito dall’Articolo 24 della dichiarazione dei diritti dell’uomo) riconosciuto a tutti i lavoratori - e quello scolastico è un lavoro oneroso e spesso alienante: si danno anche nelle classi a tempo pieno, dopo 8 ore di scuola, persino nei week end e “per le vacanze”;
  • impropri: costringono i genitori a sostituire i docenti; senza averne le competenze professionali, nel compito più importante, quello di insegnare a imparare (spesso devono sostituire anche i figli, facendo loro i compiti a casa);
  • limitanti: lo svolgimento di fondamentali attività formative (che la scuola non offre: musica, sport, arte...), oltre gli orari delle lezioni, che richiedono tempo, energie, impegno, esercizio, sono limitate o impedite dai compiti a casa;
  • stressanti: molta parte dei conflitti, dei litigi (le urla, i pianti, le punizioni...) che avvengono tra genitori e figli riguardano lo svolgimento, meglio il tardivo o il mancato svolgimento dei compiti; quando sarebbe invece essenziale disporre di tempo libero da trascorrere insieme, serenamente;
  • malsani: portare ogni giorno zaini pesantissimi, colmi di quadernoni e libri di testo, è nocivo per la salute, per l'integrità fisica soprattutto dei più piccoli, come dimostrato da numerose ricerche mediche.

Mamma Monica: "è faticoso fare obiezione perché poi i bambini si sentono esclusi e additati"

"Mia figlia ha 9 anni. è una di quelle bimbe che l'ultimo giorno di scuola esce coi lucciconi e a fine luglio inizia la tiritera "ma quando inizia di nuovo la scuola". è curiosa, attiva, vivacissima. ha visto poca televisione, soprattutto i primi anni; abbiamo impegnato il nostro tempo tra natura, lavoretti, letture, per quel che ci era possibile. quest'anno (4a) è iniziato male. forse per lei sono troppe ore seduta, quando la vado a prendere è una bomba di energia pronta a esplodere. il disagio però, ad ascoltare le mamme in attesa della campanella, è abbastanza generalizzato.

Al pomeriggio ci aspettano i compiti. a volte invento piccoli stratagemmi per trasformare lo studio in un gioco. studiando la preistoria abbiamo costruito un villaggio di palafitte, aggiunto il fuoco, studiando i punti cardinali abbiamo creato una rosa dei venti con il sole che faceva le boccacce oppure, ancora, mentre cercava di portare a memoria i vari tipi di fonti, ho preso un volantino di un museo visitato di recente e le ho chiesto di indicarmi i vari tipi di fonti che trovava o che si ricordava di aver visto al museo.

Non sempre è facile, anzi. proprio ieri, con gli esercizi di matematica, 32 operazioni con i vari tipi di prova (del nove, commutativa etc) la stanchezza si è fatta sentire. pianti, nervoso. fatica. non ci trovo il senso io, fatico a passare il messaggio che sia utile un esercizio così, mi sembra evidente.
Quando parlo con altre mamme sono ancora parecchie quelle che con un sorriso mi rispondono "ehhhh ma un po' di compiti ci vogliono. così ripassano". a me viene spontaneo chiedere" scusate ma quando giocano questi bambini?".

Contesto i compiti a casa perché ritengo che dopo otto ore otto tra i banchi (mensa inclusa) i bambini dovrebbero aver imparato quel che c'era da imparare, se non hanno assimilato la materia non sono io, mamma, a doverla insegnare, inoltre ritengo che i bambini abbiano il diritto di giocare e distrarsi.

E' faticoso fare obiezione perché poi si sentono esclusi e additati. ma cerco di "arginare di sponda", ad esempio controllando che abbia compreso come funziona un'addizione e aiutandola, poi, come fosse una gara, ad accelerare nello svolgimento delle 30 e passa addizioni che seguono. tipo che lei mette in colonna io le dico il risultato o dicendo che va benissimo se, interrogata, prende un otto invece di un dieci.

Vedo molto nozionismo, come se si volesse coprire un vuoto "di sostanza" con le parole. vedo poca attenzione ai ritmi naturali dei bambini, ognuno a suo modo, con ansia e fretta di andare avanti avanti avanti col programma, invece di fermarsi a far assaporare e amare ciò che stanno imparando. vedo pochissima fantasia nel proporre gli argomenti, un mondo bidimensionale in bianco e nero che contrasta con il mondo multicolor e multisensoriale cui ormai loro sono abituati.

Non metto in discussione l'impegno delle insegnanti e conosco le problematiche legate al mondo della scuola (economiche, in primis). manca, a mio parere, però, la voglia di passare un mondo da scoprire pieno di magia, e questo è un delitto grande. manca la volontà di donare le ali  e questo, sempre a mio parere, è un vero peccato mortale. perché vedo una bambina (e con lei molti altri) perdere l'entusiasmo di andare alla scoperta di cose nuove, stanca, sotto pressione, come se le stessero rubando "la voglia di" e quindi l'infanzia e per questo sono molto molto molto arrabbiata."

Papà Massimiliano: "i compiti glieli facciamo noi"

"Dopo anni di tensioni genitori-figlio, sabati e domeniche passate in casa a studiare tabelline e imparare la divisione in sillabe, pianti e musi lunghi imputabili alla malsana pratica di dare compiti a casa anche nel fine settimana, anche nei giorni di vacanza, anche in tutte le feste che il buon Dio (o chi per lui) ha mandato sulla Terra, alla fine io e la mia ex moglie abbiamo deciso di attuare una sorta di "obiezione di coscienza".

L'anno scorso abbiamo detto all'insegnante di nostro figlio (terza elementare) che non gli avremmo fatto più fare i compiti nel fine settimana.
La maestra ovviamente non ha preso bene la cosa, ritenendo forse che la rinuncia a questa pratica tanto odiata (da noi genitori e figli) avrebbe compromesso il sano sviluppo culturale di mio figlio e lo avrebbe condannato all'Inferno dell'analfabetismo.

Quest'anno la maestra è passata al contrattacco, minacciando di dare 5 a chi non fa i compiti e decidendo di usare la ricreazione come momento di "recupero" per i compiti non fatti a casa. Come reazione mio figlio ha "deciso" che adesso vuole fare i compiti.

Di fronte a questo comportamento che ritengo contrario anche allo spirito della Convenzione di Ginevra (neanche a un prigioniero di guerra si può negare l'ora d'aria), con ogni probabilità cambieremo strategia e passeremmo dalla guerra in campo aperto alla guerriglia nascosti dietro i cespugli, e i compiti nel fine settimana glieli faremo noi."

 

E voi cosa pensate dei compiti a casa: sono essenziali  o sono inutili e dannosi?
Quanti compiti a casa hanno i vostri figli?

Raccontateci la vostra esperienza nei commenti

Barbara Lamhita Motolese

Amo l'innovazione in tutti i campi, e come mamma mi sono scoperta innovativa facendo scelte del passato!
Vivere la mia genitorialità ricercando la coerenza con il mio sentire e con il mio pensiero, mi ha portato a esperienze poco comuni e molto felici: il parto in casa, il co-sleeping, il babywearing, e l'homeschooling... per citarne alcune.
Sono un'appassionata custode della nascita e della genitorialità consapevole.
Ho dato vita a Lallafly.com e al suo blog GenitoriChannel.it per coniugare la mia passione dei temi genitoriali con quella per il web.

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