promette risposte e soluzioni per ogni bisogno del nostro bambino. Bisogni che, a giudicare dalla vasta offerta che troviamo nei cataloghi delle aziende del settore, sembrano davvero infiniti: la pappa, la nanna, il bagnetto, la passeggiata, ogni aspetto della vita del bambino richiede una serie infinita di acquisti, tutti “indispensabili” e tutti… costosi. Molto costosi.
Con l'arrivo di un bebè parte una sfrenata corsa agli acquisti non volendo far mancare nulla ai propri amatissimi frugoletti, anche di fronte a prezzi spropositati o ad aumenti ingiustificati, i genitori finiscono per non rinunciare all’acquisto, anche se l’oggetto in fondo è inutile o comunque non necessario.
Complice la pubblicità – spesso ingannevole – che in questo senso gioca un ruolo fondamentale. Per rendersene conto è sufficiente dare un’occhiata al sito internet dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato oppure a quello dello Iap, l’Istituto di autodisciplina pubblicitaria: le decisioni aventi come oggetto l’ingannevolezza dei messaggi pubblicitari da parte di aziende produttrici di prodotti per l’infanzia sono numerosissime.
Noi abbiamo interpellato Giorgia Cozza, giornalista ed autrice del libro "Il bebè a costo zero"
I parte
II parte