Come risolvere le crisi per l'arrivo di un fratellino

Scritto da

Le crisi all'arrivo di un fratellino: come comportarsi e come aiutarli.

 

Spesso l'arrivo di un fratellino scatena nel primogenito sentimenti contrastanti che lo portano a richiedere molto di più al genitore.

 

Le sue richieste, legittime e comprensibili si scontrano con la stanchezza altrettanto legittima del genitore che, prendendosi già cura del neonato, non ha più energie fisiche e mentali per accogliere le crisi e i malcontenti del primogenito, percepito ormai come "grande" in confronto al neonato e quindi non autorizzato a richiedere così tanto.

In questo articolo Melissa, mamma di 7 figli, risponde ad una mamma disperata che ha un bambino di 3 anni in piena crisi per il nuovo bambino arrivato. Melissa parla di ritorvare la connessione perduta con il primogenito ma soprattutto di riparare subito gli eventuali strappi a questa connessione dovuti proprio alla stanchezza e alla mancanza di energia mentale.

 ***

"Ho un bambino di 3 anni e uno appena nato. Da quando è nato il fratellino mi accorgo che  pretendo dal più grande qualcosa, qualcosa evidentemente di molto grosso, perché lui (giustamente) non è in grado di darmelo.
Lo tratto male, perdo subito la pazienza e sono arrivata addirittura a trascinarlo nel letto tirandolo per un braccio. Gesti orribili, che fino a poco tempo fa non mi sarei sognata nemmeno di pensare!
E poi c'è la questione tetta, non ce la faccio più.
A volte è come se tutto il nostro rapporto si riducesse a quella. Appena si sveglia, prima di dormire, la notte. Lo so che è una coccola, un momento tutto nostro, ma per me non è più piacevole e gliene ho parlato un milione di volte, non c'è mai una volta in cui "ceda" lui alle mie suppliche e al mio bisogno di riposo.
Ti è mai capitato di sentire il bisogno di "allontanare" il grande, per proteggere il piccolo?"

 

Cara mamma, siamo tutte enormemente umane, e posso solo immaginare quanto sarai stanca con un gran bisogno di sostegno.

E' importante comprendere la situazione e  riflettere su cosa fai per riparare lo strappo alla connessione quando tu perdi la pazienza o quando lo strattoni per un braccio, è umano sbagliare, specialmente se siamo stanchi, affamati, stressati e pressati per il tempo che manca sempre, ma proprio questi momenti di difficoltà estrema, sono quelli da cui possiamo impararare di più…non solo per te, ma per i tuoi figli ed è un grosso aiuto vedere questi momenti "orribili" come scrivi tu, come opportunità di crescita interiore.

Avere due bambini piccoli è un grosso impegno, un bambino di tre anni NON è un bambino grande, è più grande di un neonato ma ha ancora un grande bisogno di connessione con sua mamma. Probabilmente, quello che gli chiedi in realtà è di NON cercare la quantità e la qualità di connessione di cui lui fisicamente ed emozionalmente ha bisogno.

Puoi scegliere di ignorarlo (e soffrire entrambi le tante conseguenze di questa scelta) o fare lo sforzo di scegliere di riparare lo strappo che hai appena creato offrendo sia a te stessa che a tuo figlio tantissimo in connessione, in crescita emotiva e relazionale.

Puoi cercare di riparare lo strappo tra voi innanzitutto riconoscendo a tuo figlio che ci sia stato davvero uno strappo alla vostra connessione, puoi descrivere cosa sentivi quando hai detto o fatto quel che è successo, con poche parole, puoi soprattutto chiedere la sua esperienza di quel che è successo: "avevi paura quando ho urlato? la mia faccia ti ha spaventato? ti ho fatto male? " Questo piccolo gesto sembra da poco, ma è importantissimo, ed è la parte piu difficile da imparare, bisogna volerlo e ricordarselo spesso.

Quando non torniamo indietro, a fare una pausa, un "rewind" ..un "facciamo questo diversamente" offrendo un momento per riparare i danni, lo strappo piccolo si ingarbuglia, e cresce, quel che era "solo uno sbaglio" umano e ricco di apprendimento emozionale e di connessione rinsaldata piu forte che mai, diventa una piccola tragedia per tutti. Il bambino ne soffre perché quel che ha sperimentato (questo strappo al cuore/cervello che è l'attaccamento) non viene riconosciuto...

E' facile far finta che non sia successo nulla, perchè riconoscere di sbagliare ci fa sentire in colpa in profondità, faccio finta che tutto vada bene e che la nostra connessione non ne abbia sofferto...ma questo non è vero.  E per un bambino, questo far finta di niente, questo ignorare (o peggio incolpare il bambino stesso per quel che è successo) rende la connessione debole, e crea un attaccamento difficile, complicato, instabile: ha subito uno strappo che è stato aggiustato con un po' di carta, non importa se nera o rosa, lo strappo c'è, solo che non lo vediamo piu.

Ecco perche poi diventa sfinente, quando siamo in casa con i nostri bambini, ecco perchè è sempre tutto un "voglio subito", un pianto "per nulla" e urla isteriche.

Questo è il risultato della connessione che si è logorata, non perche è nato un nuovo bambino, che di per sé è un evento naturale, ma perché vede la mamma che si allontana...sempre più, con ogni strappo alla corda di connessione, il bambino sente in cuor suo che la mamma lo sta spingendo via...

Riguardo all'allattamento, allattare un bambino può essere impegnativo, allattarne 2 deve essere alle volte sfinente.
Si puo decidere di non allattare, ma devi deciderlo tu...o puoi decidere di continuare, almeno per un po', con un'attitudine diversa, piu positiva e accogliente...perché allattare un bambino con astio e desiderio di allontanarlo quando lui già soffre perché la vostra connessione si è logorata non può che peggiorare la situazione e creare altri  piccoli strappini al cordone luminoso che è la vostra connessione.

Tuo figlio insiste a chiederti in continuazione di poppare perché lui ha paura, ha paura di perderti. La prima cosa da fare è riparare la connessione, e questo vuol dire ripararlo ogni qual volta ti agiti, fai una faccia cattiva, rispondi male, o quando dai anche solo uno sguardo arrabbiato.

Per un bambino la connessione è tutto. senza quello lui è perso e ne ha una enorme paura, e diventa un bambino difficile per questo.

Molte volte mi è capitato di di "allontanare" il grande, per proteggere il piccolo, probabilmente ogni giorno in alcuni periodi, e non solo per proteggere il piccolo, anche solo perché divento stufa marcia...ma poi... ricordo cosa voglio, ricordo che il mio dolore lui lo sente 10 volte di più perché il suo bisogno di attaccamento, di connessione è molto piu pressante e insistente del mio già sviato da decenni e decenni di logorazioni antiche...

Secondo me, il bambino più grande ha  un bisogno doppio di essere protetto e abbracciato proprio perché il suo "essere difficile" significa che la vostra connessione ha subito uno strappo o una quantità di "strappetti" che vanno baciati e ricuciti con il tuo riconoscimento della loro presenza, e di conseguenza, della sua sofferenza.

So di aver ho scritto cose anche dolorose, ma dal dolore ci si può rialzare, e imparare, e crescere e amare ancora di piu....

 

di Melissa Dietrick

Barbara Lamhita Motolese

Amo l'innovazione in tutti i campi, e come mamma mi sono scoperta innovativa facendo scelte del passato!
Vivere la mia genitorialità ricercando la coerenza con il mio sentire e con il mio pensiero, mi ha portato a esperienze poco comuni e molto felici: il parto in casa, il co-sleeping, il babywearing, e l'homeschooling... per citarne alcune.
Sono un'appassionata custode della nascita e della genitorialità consapevole.
Ho dato vita a Lallafly.com e al suo blog GenitoriChannel.it per coniugare la mia passione dei temi genitoriali con quella per il web.

Aggiungi commento