il parto? Una livella biologica per le donne, un fatto sociale per gli uomini.
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Secondo Valeria, la donna, durante il parto, agisce secondo uno schema biologico, istintivo, predefinito, uguale in tutta la specie umana. I meccanismi che regolano il parto sopravvivono sempre in una donna, più o meno schiacciati dai condizionamenti di vita, culturali e sociali. Ma la loro presenza è un’assicurazione: “la donna sa!” il sapere è dentro di lei, iscritto come un codice genetico, va riportato alla luce proprio con quel lavoro di maieutica a cui si ispira Socrate (maieutica significa appunto: l'arte della levatrice).
Per l’uomo è un’altra cosa. L’uomo non beneficia di tutto quel sistema neuroendocrino inscritto nel codice genetico femminile, ecco dunque che la sfida è lì: aiutare il papà a trovare al sua dimensione. Una dimensione giusta per lui, in equilibrio nella coppia, e che getta le basi per un buon equilibrio familiare, quando bisognerà affrontare la turbolenza della nuova vita a 3, a 4, a 5 etc.
Il ruolo del maschio nel parto
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Il papà è la sfida
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Come si identifica dunque il ruolo del papà nel parto...
Il punto di partenza è molto interessante: il parto è un evento sessuale nella vita di una donna. Dunque, anche il maschio deve recuperare la "dimensione sessuale" della sua presenza, fisica o empatica, sulla scena.
Il papà non può essere un cavalier servente. L’uomo non ha il codice genetico per partorire, il parto e’ dunque un carico enorme per lui da sorreggere. Bisogna aiutare il papà a trovare un ruolo maschile.
Il ruolo del papà nel parto ...senza codice genetico
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