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Ritardare il taglio del cordone nel cesareo

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Abbiamo parlato e parleremo ancora dei benefici di un ritardo nel clampaggio (taglio) del cordone ombelicale.

Alla nascita, il cordone ombelicale veicola ancora al bambino del preziosissimo sangue, ricco di staminali emopoietiche (staminali del sangue) e di riserve di ferro. Per questa ragione ormai moltissimi studi (si veda questo articolo e quello sulle raccomandazioni dell'OMS) affermano con certezza che ritardare il taglio del cordone è la pratica raccomandabile, salvo in casi di particolare emergenza. Attendere pochi minuti produce già benefici alla salute dei bambini, l'OMS conclude che il momento migliore per il clampaggio è successivamente all'uscita della placenta.

 

Come è noto, dopo l'espulsione del bambino, la placenta (attaccata da un lato all'utero materno, dall'altro al cordone ombelicale del bambino) viene anch'essa espulsa. Questo, nei parti vaginali, avviene in un tempo variabile, in genere dai 20 minuti alle 2 ore (ma può richiedere di più).

L'ideale è mantenere il bambino attaccato alla placenta, con il suo cordone, sinché questa non viene espulsa, terminando la sua funzione. Questo non solo per garantire al bambino il passaggio di tutte le sostanze che la placenta può ancora inviargli, ma anche per garantire al meglio il bonding con la mamma, per garantire il rispetto dei tempi della nascita, la prossimità madre bambino, l'adattamento alla vita extrauterina.

 In alcuni casi, i genitori decidono di protrarre il momento della separazione del bambino dalla placenta, molto più tardi, quando il cordone ombelicale cade da solo. Questa modalità è chiamata Lotus Birth, o nascita Lotus.

Ma cosa accade nel caso di cesareo? Si può aspettare a tagliare il cordone (e quindi, si può fare un Lotus Birth)?

Il taglio cesareo è un'operazione chirurgica e come tale comporta dei rischi, tra questi, rischi di emoraggia e di infezione. Per questa ragione l'obiettivo del chirurgo è sicuramente quello di terminare l'operazione nel più breve tempo.

Tuttavia, anche nel caso di taglio cesareo, una volta che il bambino è estratto dal ventre materno, la placenta si stacca autonomamente.

Nella pratica routinaria del cesareo, in genere si spreme manualmente l'utero per agevolare l'uscita della placenta nonostante le indicazioni contrarie della letteratura (Wilkinson, Enkin 2007). Gli studi osservano che non procedere all'estrazione manuale della placenta, riduce i rischi di emorragia post partum e di endometriti, e, dal nostro punto di vista, nell'attesa del distacco autonomo della placenta, il cordone può rimanere intatto, non inficiando i tempi dell'operazione e garantendo un beneficio al bambino.

Abbiamo interrogato la Prof. Anita Regalia, già direttore del reparto di nascita fisiologica del San Gerardo di Monza, uno degli ospedali più importanti e all'avanguardia in ostetricia in Lombardia. La d.ssa Regalia afferma che, laddove le indicazioni al cesareo non siano tali da richiedere che il bambino sia immediatamente messo nelle mani dei neonatologi, sarebbe possibile iniziare a suturare i lati del taglio, attendendo un distacco autonomo della placenta, senza procedere al taglio del funicolo (cordone ombelicale).

Questo consentirebbe sia di procedere al taglio ritardato del cordone, con i benefici che sono noti, sia, se i genitori lo desiderano e trovano un accordo con l'ospedale, procedere ad una nascita lotus (ovvero attendere che il cordone si secchi e cada spontaneamente, rimanendo attaccato alla placenta.)

Negli ospedali scandinavi, la modalità di lasciare il cordone intatto, soprattutto sui bambini prematuri è una modalità praticata perchè gli studi scientifici affermano che, in particolare per i prematuri, oltre ai benefici legati alla prevenzione dell'anemia, risulta anche una protezione da patologie celebrali. 

di Barbara Siliquini

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