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Quante umiliazioni per aver partorito in casa...

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Cose che si vorrebbe non accadessero: una mamma partorisce in casa, poi va in ospedale per suturare una lacerazione molto profonda per la quale perde molto sangue. Siamo in Campania, la patria dei cesarei e di una sanità che ha poco da insegnare, specie in ostetricia.
In ospedale, quando viene fuori che ha scelto un Lotus Birth (il cordone non è stato reciso) per la sua bambina,  arrivano i carabinieri, si allertano i giudici, questa coppia di genitori viene trattata come gente ignorante e probabilmente indigente, i pregiudizi acuiti dalla nazionalità extraeuropea del padre. Ne nasce un trattamento vergognoso e inaccettabile. Ma questa è una mamma che sa ciò che ha scelto, che continua a rimanere lucida nonostante tutto, nonostante un momento di nascita così protetto e curato, sia stato trasformato in un incubo dopo il parto e neanche la famiglia sia capace di starle affianco...

Ricordiamo che il lotus birth è una pratica ormai consueta in alcuni ospedali pubblici Italiani, che è assolutamente lecita ed un diritto che può essere fatto valere legalmente, che non esiste letteratura scientifica contraria a questa pratica, anzi, le evidenze scientifiche note fanno pensare che dei benefici siano possibili.

Ma ecco il racconto, lasciato come è stato scritto, a volte concitato...

***

Eccomi qui a raccontare, tra la confusione, ciò che ha trasformato il mio post parto in un incubo...

Ho partorito Sophia molto velocemente e la mia vagina forse non ha avuto il tempo di distendersi adeguatamente. Il taglio è netto, molto lungo, anche in ospedale ci mettono 2 ore per suturare.
Mi sento tranquilla, ma quando finiscono mi escono dei lacrimoni incontrollabili, avevo avuto paura e ripetevo continuamente a me stessa "non voglio morire, devo crescere le mie bambine, non posso morire adesso".

L''ostetrica e mio marito mi rassicuravano molto, ma fisicamente ero molto debole per riappropriarmi della mia lucidità... c'era un'anestesista che mi ha tenuto la mano tutto il tempo, mi faceva tante domande, tra lo stupore e la curiosità, mi raccontava del suo parto, delle sue lacerazioni, è stata molto cara.

Poi il dottore cominciò col dire "ma lei di questi tempi va a partorire in casa? con un'ostetrica poi?..." e rideva.
Mi disse che mi avrebbe ricoverata e io risposi un no secco, che dovevo andare a casa dalla mia piccola; mi chiese di farla venire in ospedale, per visitarla e ricoverarla con me, io dissi di no, che Sophia aveva ancora la placenta attaccata, avevamo scelto di fare il lotus birth...

Sobbalzò e mi disse "ma lei è pazza, ma si muore col cordone non tagliato" e sparì... capii dopo che era andato a telefonare alla polizia.

Il tempo in ospedale passava, mio marito e l'ostetrica cercavano di capire cosa stesse succedendo, c'era concitazione. Mio marito, poverino davvero, ha sofferto come un cane, lui è straniero e sapeva che per era lui sotto accusa... da queste parti chi è straniero è considerato peggio di una pezza da piedi... quando hanno sentito del lotus birth la polizia pensava a riti wudu, o che vivessimo in baracche sotto ai ponti vicino all'ikea...

Il tempo passava. Cominciavo a diventare irrequieta, perchè avevo lasciato Sophia da sola, senza me, chiamavo a casa e mi tranquillizzavano: "Sophia ha sempre dormito, non piange, è calda, sta bene, stai tranquila". Ma poi arrivò una telefonata da casa... ci sono 10 polizziotti in casa nostra... mio marito e l'ostetrica corrono a casa, il quartiere era in allarme ed erano tutti fuori casa nostra, pensando al peggio per qualcuno di noi.

I poliziotti fanno mille domande, cercano di capire che persone siamo, addirittura che livello culturale abbiamo! Si accertano che la bambina respiri, ma nessuno si prende la responsabilità di cofermarlo, così chiamano il giudice per i minori, il quale invita a portarla in ospedale perchè il pediatra la vuole visitare, e se ci rifiutiamo lui aprirà un fascicolo che passerà poi agli assistenti sociali... e da lì comincerà una trafila penale.

Fanno arrivare l'ambulanza e obbligano al trasporto in ospedale, ma almeno la lasciano nella sediolina insieme alla sua placenta. Sophia non ha mai pianto, arriva in ospedale, ora è tra le mie braccia, mi sento tranquilla, entra una pediatra molto incuriosita, mi chiede scusa e mi dice  "io non voglio rovinare tutto ciò che state facendo. Sento che per voi è importante, ma qui siete obbligati a tagliare il cordone", continua a chiedermi scusa... è mortificata.

Poi arriva l'ostetrica dell'ospedale e improvvisamente sophia piange, le parlo e le dico che è ora di lasciare andare la sua placenta, mi fanno firmare, tagliano e io e Sophia piangiamo insieme...  credo che la visita consistesse solo nell'accertarsi che questa bambina esistesse, in realtà tutti lì in ospedale avevano avuto il sospetto che l'avessi uccisa o cose del genere, specialmente quando dissi che aveva ancora il cordone attaccato...

Intanto io sono su una barella in una stanza, ho i punti ancora sanguinanti, ma neanche un assorbente...  la mia Sophia è sulla barella con me... per fortuna dormirà tutta la notte. Io sono mischiata nel sangue e nei dolori, faccio fatica a rgirarmi e per andare in bagno ci metto mezz'ora per non cadere....

Dal giorno seguente c'era un via vai di personale che mi guardava dalla porta dicendo "è lei, è lei": le infermiere, gli inservienti, quelli delle pulizie, tutti sapevano e ognuno si sentiva in diritto di dire la sua, perchè ognuno era sicuro di essere nella ragione: io ero quella che aveva rischiato, la pazza, con un pregresso cesareo... partorire in casa... la placenta sotto sale... mentre ero in bagno entrò un'infermiera per svuotare un catetere ripetendomi  che avevo rischiato, che forse mi aveva obbligato mio marito che è musulmano (che cazzo c'entra mi dicevo!).

Ogni giorno un ginecologo diverso che gonfiava il suo ego ridicolizzando tutto quanto...
solo l'infermiere che mi ha seguita in sala operatoria venne a svegliarmi il giorno dopo, rassicurandomi sul fatto che le lacerazioni avvengono pure in ospedale, dicendomi di stare tranquilla, perchè sono incidenti di percorso naturalissimi, poi mi chiese della placenta e che cosa ne avrei fatto, mi raccontò della sua tesi sul taglio del funicolo e sulle preparazioni che i romani ne facevano.

Sono sempre stata sicura di me e di ciò che abbiamo fatto io e la mia bambina, ho sempre dato risposte secche a tutti, mi sono così preparata in questi mesi e soprattutto ho maturato così coscienza della necessità di nascere senza violenza, che non ho mai dato la possibilità a nessuno di sopraffarmi.
Le mie risposte erano chiare e inconfutabili, per cui i prima o poi si zittivano, soprattutto quando toccavamo l'argomento soldi-convenienza. Ma avere così tante pressioni quotidiane ti sfianca tanto, ma proprio tanto... in più quando il corpo ha cominciato a cedere...lì si che ancora una volta ho pensato di aver osato insomma un pò troppo e che forse questa era una specie di punizione.

A tutto ciò si era aggiunto il fatto che la mia famiglia, saputo della nascita, ha preso le sue distanze, nessuno è venuto a vedere la mia bambina, solo una sorella mandata in avamposto per riferire, ma si era trovata tra polizia, bimba senza mamma... immaginate che sconvolgimento!

Ma anche in questo caso il loro ego è venuto prima del miracolo della vita,  si è creato un vortice intorno a questa nascita così aggrovigliato...che da una parte mi fa quasi sorridere...così tanto rumore per una nascita avvenuta poi nella grazia di Dio...ma nessuno è venuto in mente di chiedere "ma come hai partorito,è andato tutto bene?" cavolo! ma non è questo che conta? una nuova vita!

Ditemi com'è la procedura nei vostri paesi, nei vostri ospedali, perchè davvero qualcosa mi sfugge, dove ho sbagliato?

Certo qui siamo nel profondo sud, l'ospedale di Frattaminore è il primo in europa con l'80% di cesarei, la gente è chiusa, ma tutti, tutti, tutti hanno così terrore del parto, tanto da leggerlo come la cosa più pericolosa al mondo, addirittura un medico ha detto che se moriva mia figlia io passavo unguaio con la legge...una ginecologa mi ha detto "signora..ma per piacere, la placenta sotto sale, e intanto sempre in ospedale è finita. Adesso le faccio fare un emocromo, vuole vedere che ha bisogno di un'altra trasfusione! L'ospedale di Castellammare ha il 23% di bambini nati con problematiche legate al parto naturale,ma siamo impazziti"

...insomma sembravo proprio l'aliena senza cervello da abbattere. Nei giorni seguenti il primario ci ha voluto conoscere e quasi quasi ci ha chiesto scusa... ma credo più per un fatto legato a possibili denunce che potrei fare a tutto l'ospedale.

La verità è che un sistema così ben organizzato, dove si gestisce pure la pipì di un paziente, ha trovato la mia presenza un vero e proprio elemento di disturbo, da annientare sul nascere proprio. Certo è che con queste prospettive bisogna solo andare via da qui,c ome potrei pensare ad un prossimo parto nelle condizioni in cui versa questo posto!

Ho bisogno delle vostre testimonianze, sui vostri paesi, gli ospedali, non è possibile che le cose debbano andare sempre così..

mentre ognuno diceva la sua, a me venivano sempre in mente le parole di Giovanni Paolo II: "NON ABBIATE PAURA, APRITE I CONFINI DEGLI STATI, I SISTEMI ECONOMICI, COME QUELLI POLITICI, I VASTI CAMPI DI CULTURA,DI CIVILTA, DI SVILUPPO, NON ABBIATE PAURA"...e quanto è importante essere da quest'altra parte del fiume, dalla nostra parte, è importante testimoniare ed essere unite, così da diventare l'argine di questo mondo alterato, senza anima e così pieno di pregiudizi che non sono altro che paure profonde inespresse...

grazie a tutte voi di leggermi e di lasciarmi una vostra testimonianza

Roberta

Super User

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