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Proteggersi dal sole e proteggersi dai solari, proviamo ad orientarci

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Quello del sole è un tema delicato. Riguarda la salute in primis, ma anche le abitudini, le possibilità ed il modo di vivere il tempo estivo con i nostri figli.
Vi propongo per condividerle le mie riflessioni e l’esito delle mie ricerche di mamma (e non addetto ai lavori!!), in una materia che definire complessa è poco, in cui le ricerche scientifiche divergono ed in cui non esiste una soluzione perfetta, ma solo un possibile equilibrio, molto personale.

Quello che ci sentiamo sempre più ripetere è che il sole fa male. Fa male nell’immediato perchè in eccesso può causare scottature e infiammazioni, fa male a lungo termine perché innesca processi di invecchiamento e può procurare danni anche più gravi.

 Il sole fa bene

D’altra parte il sole fa anche bene. Non solo al tono dell’umore ed alla gioia di vivere, ma anche alla sintesi della preziosa vitamina D, utile per l’assorbimento del calcio.
Venire a capo di questa contraddizione è il difficile, e ci si può far guidare dalla consapevolezza che è il troppo ad essere un problema, sia per un verso che per l’altro. Ovviamente per un fototipo chiarissimo o per un neonato il troppo è diverso che per un fototipo nero o un bimbetto in età scolare.

Orientarsi fra le creme solari

Un’altra informazione da cui siamo piuttosto bombardati è che proteggersi sempre con creme solari è indispensabile, privo di controindicazioni e che ciò che le distingue l’una dall’altra è solo un numeretto, la texture e la confezione accattivante.
In realtà ci sono distinzioni più importanti da fare.

Protezione e filtri UVA e UVB

La prima è sul tipo di protezione offerta. Attualmente la normativa, a cui i prodotti in commercio sono in via di adeguamento, ne richiede una valutazione di massima: alta, altissima, media .. ed obbliga a segnalare con un apposito bollino il raggiungimento della protezione agli UVA considerata adeguata (per legge deve essere almeno 1/3 di quella UVB). Quindi cercate sempre il bollino sulla confezione perché difendersi da questa banda di raggi è importante e non tutte le creme lo garantiscono!

Filtri chimici e filtri fisici

La seconda è tra filtri chimici e filtri fisici.

Filtri chimici

I chimici funzionano “assorbendo” le radiazioni. Quelli in uso sono moltissimi ed hanno denominazioni Inci (elenco ingredienti) piuttosto complicate, per cui sarebbe impossibile elencarli qui. (Tra le fonti c’è un link ad un elenco completo dei filtri con le relative denominazioni, che vi invito a consultare).
Segnalo però che non sono tutti uguali, e non tutti hanno la stessa sicurezza. Ad esempio, alcuni non sono fotostabili, e sono ancora in commercio malgrado sia ormai chiaro che una volta degradati sono dannosi per la pelle.
Alcuni sono accusati di avere attività estrogeno-simile, che sarebbe da evitare soprattutto sui bambini. Inoltre è abbastanza alto il rischio che provochino allergie, ma soprattutto esistono studi che ne hanno ritrovati nel latte materno, appurando così che penetrano davvero profondamente nel corpo e vi rimangono anche a lungo.
I benefici dei filtri chimici sono il fatto che offrono protezioni molto alte più facilmente di quelli fisici e che mediamente danno prodotti più facili da applicare.

Filtri fisici

I filtri fisici sono Ossido di Zinco (Zinc Oxide) e Diossido di Titanio (Titanium dioxide) e funzionano “riflettendo” la radiazione. Generalmente la protezione più completa si ha quando sono presenti entrambi. Sono gli unici filtri usati nelle creme ecologiche certificate, ma anche loro presentano delle criticità.
Tra le criticità, la più importante è che, se sono in forma di nanoparticelle e non ricoperti, penetrano anch’essi nell’organismo. Questo è un dato che non si evince dall’Inci e che non sempre viene dichiarato in etichetta (a volte sì, se leggete micronizzato, allora siete a posto!), quindi, nel dubbio, sarebbe bene fare richiesta esplicita alla ditta produttrice. Si può anche osservare la crema una volta spalmata e rassicurarsi che, se lascia una spessa patina bianca, quasi certamente la granulometria del filtro è elevata.
La difficile stesura e l’effetto biancastro sulla pelle sono infatti caratteristiche di questi solari "minerali non nano”, non sempre molto gradite, soprattutto dalle mamme che devono inseguire e placcare ragazzini scatenati sul bagnasciuga. Inoltre vanno riapplicati molto spesso.
L’altra criticità dei filtri fisici è la possibile produzione di radicali liberi, che può essere tamponata dalla presenza di antiossidanti come vitamina E, gamma orizanolo, estratto di carota …

Insomma, il solare perfetto, per ora, non c’è.

La scelta va fatta valutando quanto tempo si pensa di passare e di far passare ai bimbi sotto il sole (naturalmente non le ore centrali), evitando formule iperprotettive se si ha la possibilità di esporsi poco e spesso, nelle ore più dolci, e valutando la disponibilità ad usare prodotti un po’ meno comodi come texture e meno “fashion” (l’effetto fantasmino è sempre un po’ in agguato..), ma meno aggressive, per l’uomo, ed anche per l’ambiente marino, in cui i filtri chimici ed i loro eccipienti – di solito parecchio inquinanti – si riversano direttamente ogni qualvolta un bagnante entra nell’acqua, tanto da essere stati ritrovati in crostacei ed altri animali acquatici.

La dieta e stile di vita possono aiutare

Bisogna anche tenere conto dello stile di vita: se i bambini passano molto tempo all’aria aperta durante tutto l’anno, avranno meno bisogno di accumulare vitamina D nella bella stagione, ed al contempo saranno meno ipersensibili all’esposizione al sole. Quindi li si potrà portare al sole il mattino presto ed il pomeriggio tardo ed avranno bisogno di pochi prodotti.

Inoltre una dieta ricca di frutta e verdura di stagione garantisce un buon apporto di antiossidanti che sostengono la pelle in una sana reazione alla luce.

I bambini sotto i 2 anni

In genere per i bambini sotto i 2 anni sarebbe preferibile non esporli al sole estivo diretto, soprattutto nelle ore più calde, a volte può essere utile usare dei vestitini o delle magliettine che coprano almeno il busto e magari un cappellino. Per le parti scoperte, una passeggiata in fascia o una nuotata, si può usare una crema per il culetto delicata, contenente ossido di zinco, senza troppi estratti vegetali che sotto il sole potrebbero risultare allergenici. Il buon senso e’ comunque sempre la protezione migliore.

Togliere il solare quando non serve più

Un’altra cosa importante è che il solare, qualsiasi esso sia, non dovrebbe mai rimanere sulla pelle più del tempo necessario. Quindi va tolto con una bella doccia con detergente delicato ed una spugnetta da usare bene (i solari non sono facili da rimuovere), ancora meglio se prima si riesce a dare una passata di olio vegetale (oliva, sesamo ..) che funziona da solvente, ma che spesso diventa un po’ difficile con i piccoli, che non gradiscono tutti questi passaggi.

A seguire un buon dopo-sole

Per il fai da te si può scegliere un gel d’aloe puro da miscelare con olio di germe di grano, ricchissimo di vitamina E, o con burro di karitè e tocoferile acetato (una forma di vitamina E, da richiedere in farmacia).

Se si cerca un prodotto pronto si può controllare che abbia sostanze lenitive e rinfrescanti come bisabololo, acido glirretinico, azulene, mirtillo … e che abbia una buona composizione.
Per la pelle scottata - ad uno stadio in cui non serve un consulto medico - va bene ancora il gel d’aloe puro in impacco spesso e l’oleolito di iperico, magari qualche granulo omeopatico di Belladonna oltre ovviamente a non esporsi più al sole per i giorni successivi!

 

di Caterina Lazzari
mamma di due, architetto, redattore, appassionata di genitorialità naturale, ambiente e dintorni

 

Fonti:

articolo di Riccarda Serri:

http://www.saicosatispalmi.org/index.php?option=com_content&task=view&id=161&Itemid=11
www.biodizionario.it

elenco filtri solari:

http://www.saicosatispalmi.org/index.php?option=com_content&task=view&id=173&Itemid=1

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