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Telefoni cellulari e salute dei bambini, quali regole?

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Chi oggi fa a meno del cellulare? Noi che siamo la generazione che li ha visti nascere quando ancora andavamo in discoteca, abbiamo vissuto tutto il passaggio da: “a cosa mai può servirgli se non a darsi un mucchio di arie?!” a “lo voglio anch’io, guarda che alla fine è utile… beh sì fa pure fico” al considerare il cellulare uno strumento tale e quale al frigorifero: indispensabile.

Ormai dal cellulare non si torna più indietro. Tuttavia, ora che gli anni sono passati, forse è il momento di cominciare a guardarlo con l’oggettività e il distacco che merita, perché, come tutte le cose, ha un rovescio della medaglia: l’impatto sulla salute. Con questo non ci sogniamo di dire che abbandoneremo il cellulare, ma essere consapevoli ci aiuta ad adottare dei piccoli accorgimenti di tutela della salute, e a stimolare le grandi compagnie ad investire in tecnologia sempre più tutelante per la nostra salute.

Ma non è vero che il cellulare fa male, tutte sciocchezze!

Le informazioni sulla pericolosità dei cellulari sono spessissimo commentate così, anche da autorevoli riviste e giornalisti, oltre che dai comuni mortali…

In effetti c’è tanta confusione, probabilmente non casuale… nel senso che gli interessi in gioco sono davvero molti, pensate a chi sono i maggiori spender di pubblicità su tv, giornali, web... e pensate che nel 1994 Larry King, un presentatore stranoto degli USA, invitò nel suo show da decine di milioni di spettatori, una donna il cui marito era morto di cancro e lei e il suo defunto marito avevano maturato la convinzione che questo tumore fosse originato dall'uso del cellulare. Bene, il giorno dopo questa trasmissione, le aziende di cellulari persero il 20% del loro valore in borsa... da allora le aziende del settore, prendendo esempio dagli errori del passato della lobby del tabacco, non dissero mai "non è vero", ma cercarono di creare confusione e delegittimazione sul tema.

Ma nell'ultimo anno si sono fatte strada alcune significative novità.

Il cellulare può produrre il cancro, lo dicono gli organi scientifici

1. L’Agenzia Internazionale sulla Ricerca sul Cancro (IARC) ha decretato nel maggio 2011: i campi elettromagnetici, compresi quelli generati dai telefoni cellulari sono potenzialmente cancerogeni. Lo IARC è una parte dell’OMS (Organizzazione Mondiale Sanità), è un po’ come la “cassazione” degli organi scientifici sui temi del cancro, quindi questa presa di posizione è molto significativa e aggiorna la posizione dell’ISS Italiano espressa nell’anno precendente.

2. Anche il consiglio d’Europa appellandosi al Principio di precauzione, in un documento dal titolo “La vita delle persone è più importante della possibilità di comunicare” ha raccomandato di evitare l’uso di dispositivi wireless e telefoni cellulari nelle scuole (fonte: scienzanatura).
Il principio di precauzione può essere sintetizzato così: “Quando un’attività  presenta rischi potenziali per la salute umana o per l’ambiente, è necessario adottare misure precauzionali, anche se la relazione causa-effetto non è scientificamente dimostrata”. 

L’applicazione del principio di precauzione richiede tre elementi chiave:

  • l’identificazione dei potenziali rischi,
  • una valutazione scientifica realizzata in modo rigoroso e completo sulla base di tutti i dati esistenti,
  • la mancanza di una certezza scientifica che permetta di escludere ragionevolmente la presenza dei rischi identificati.

Nel caso dell’uso dei cellulari e delle reti wireless esistono tutti e tre questi elementi chiave, dunque è bene essere prudenti.

3. Infine, a novembre del 2011, a seguito di queste informazioni, anche il Consiglio Superiore di Sanità  (organo del Ministero della Salute Italiano) prende posizione, e tra le varie cose afferma che, in particolare per i bambini, è bene che evitino le chiamate dai cellulari che non siano essenziali.

4. In Italia esiste una sentenza del tribunale di Brescia di diversi anni fa che ha riconosciuto il pagamento di un’indennizzo a carico dell’INPS per un tumore al nervo trigemino (il nervo facciale che va dall'orecchio alla mandibola) contratto da un uomo che per lavoro aveva utilizzato il cellulare quotidianamente per 5-6 ore.

Quali sono i danni possibili dell'uso di cellulari?

Le indagini affermano che un uso di mezz’ora al giorno per oltre 10 anni raddoppia la probabilità di incorrere in tumori al cervello e all'apparato acustico, ovvero neuromi acustici (tumori benigni) e gliomi (tumori maligni).

Sempre stando ai risultati della ricerca, i rapporti tra uso cellulare e tumore appaiono più elevati nelle zone di campagna rispetto alle città, in quanto nelle aree extraurbane l'intensità del segnale è generalmente più forte per coprire al meglio il territorio.

Non solo: la parte colpita dai due tumori è quella in cui la persona è normalmente solita ad appoggiare il cellulare e questo dato è la prima volta che viene dichiarato a livello scientifico. (fonte su:  salute-e-benessere)

Dunque alcune ricerche indicano una riduzione della fertilità per gli uomini che tengono il cellulare in tasca, disturbi al cuore per chi lo tiene nel taschino, inoltre pare che in auto le emissioni risultino più forti.

Nell’abitacolo dell’auto le emissioni dei cellulari aumentano, per effetto dello schermo che l’auto genera e della maggiore difficoltà di tenere il segnale che porta a generare onde elettromagnetiche più forti. (Fonte su: key4biz.it)

E i rischi per i bambini?

Per i bambini i rischi sono maggiori, per vari motivi:

  • i bambini hanno uno spessore della scatola cranica inferiore, dunque un osso che scherma ancor meno del nostro
  • il loro sistema neurologico è in formazione
  • la minore massa corporea genera una maggiore concentrazione delle onde
  • i ragazzi hanno spesso le abitudini peggiori (es. dormire con il cellulare sotto il cuscino)
  • i bambini in auto sono più esposti, specie quanto più sono vicini al cellulare

 

Ecco il parere di alcune autorità:

  • Consiglio Superiore di Sanità dice: “Le conoscenze scientifiche oggi non consentono di escludere l’esistenza di causalità con le patologie tumorali quando si fa un uso molto intenso del telefono cellulare. Va quindi applicato, soprattutto per quanto riguarda i bambini,  il principio di precauzione, che significa anche l’educazione ad un utilizzo non indiscriminato, ma appropriato, quindi limitato alle situazioni di vera necessità, del telefono cellulare.”
  • Nel 2002 un gruppo di esperti in Inghilterrà consigliò le authority di scoraggiare l’uso di telefoni cellulari sotto l’età di 16 anni.
  • "Telefonini e dispositivi wireless dovrebbero essere proibiti nelle scuole per i potenziali rischi per la salute dei bambini". Pare sia quanto afferma un documento approvato dalla commissione del Consiglio d'Europa appellandosi al Principio di precauzione. (fonte: scienzenatura)

 

Quali comportamenti adottare per ridurre l’impatto del cellulare sulla salute?

  • Tenere il meno possibile il cellulare a contatto con la testa.
  • Utilizzare auricolari con il filo
  • Utilizzare il vivavoce
  • Se dobbiamo tenere il cellulare vicino alla testa, cerchiamo di tenerlo a un paio di centimetri
  • Mettere in modalità “off line” (senza segnale) il cellulare se lo si lascia vicino durante la notte.
  • Non mettere il cellulare sotto il cuscino o vicino al letto se acceso.
  • Evitiamo di portare il cellulare in tasca dell’abito; meglio in borsa o nella tasca esterna del giaccone, insomma quanto più possibile lontano dal corpo
  • Meglio usare sms che chiamate
  • Cercare di limitare la durata delle telefonate sotto i 10’.
  • Evitare di farlo usare o trasportare ai bambini.

Per documentarsi al meglio

toglietevelo dalla testa

 

E' da poco uscito un libro di un giornalista di inchieste italiano, che ha studiato e ricercato a fondo il tema, incuriosito dal fatto che i manuali dei cellulari riportassero la scritta "tenere l'apparecchio ad una distanza di 15-20 mm dalla testa".

Il libro è di Riccardo Staglianò e si intitola: "Toglietevelo dalla testa - Cellulari, tumori, tutto quello che le lobby non dicono" di cui vi invitiamo a scorrere le prime pagine, illuminanti, qui.


di Barbara Siliquini


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